Sono giorni particolari.
Meravigliosi a modo loro, ancora non me ne sto accorgendo, ma tra poco sarà chiaro. La memoria è un filtro clemente, anche se apparentemente spietata, perché si accanisce sempre e solo su questioni che possono essere gestite. In fondo la nostra memoria è una ulteriore rappresentazione di noi, non può dire ciò che ancora non conosciamo.
In questo la memoria è clemente, colpisce solo ciò che sa di noi, non rivela nuove superfici.
Poi, magari, con nuove chiavi di lettura (perurbazioni esterne?), se sei fortunato, riesci a vedere un'altra volta lo stesso film, che alla fine non è mai lo stesso. E cerchi -- se puoi -- di essere onesto, e di tutti gli ipotetici ti rendi conto che solo un flusso è quello in cui hai la percezione di essere. Un flusso evolutivo in cui il passato, onestamente, ha solo la prospettiva del presente di allora.
Non credo possano esistere due persone uguali. Probabilmente ciò che ci fa sentire maggiormente soli è l'incapacità di abbracciare a pieno questo concetto di diversità. Equivalenti come elementi di una stessa classe, ma distinti.
O forse, più semplicemente, è solo tardi.
A presto, un abbraccio
EdJ
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